IL GABBIANO E’ FERITO

La trasformazione tecnologica, il passaggio all’era liquida ci ha radicalmente trasformati, proiettandoci in una società  ego compulsiva.

I social sono divenuti il campo di battaglia con milioni  di profili trasmittenti, dietro i quali si agitano individui oramai disabituati all’ ascolto.

E’ un copia e incolla continuo, nel quale rimbalzano concetti spesso privi di attendibilità, riflessione e autonomia di pensiero.

E’ la giostra degli aforismi, del machismo da tastiera, è un continuo susseguirsi di frasi fatte.  

In questo inferno dominato dall’ algoritmo, siamo diventati quasi incapaci di osservare, riflettere, scegliere autonomamente, parlare con parole proprie, è una gara continua, una guerra all’ ultimo like, nella quale abbiamo quasi definitivamente smarrito il senso e la misura delle nostre azioni.

Io rivendico il diritto di non piacere, la necessità di non piacere, l’importanza di non piacere, come una fonte di ispirazione, una ricchezza dalla quale prendere diversità, autonomia espressiva.

Il resto è quasi sempre repertorio, magari bene eseguito, cover, adattamenti e tutte le diavolerie assortite piene di ogni apparenza per risultare piacenti.

Il gabbiano è ferito, e i marinai lo inquietano, lui giace goffo e ridicolo, oramai quasi incapace di battere le ali e spiccare il volo.

lino volpe

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